Distributore di Alimentazione Teorema Elettrico DS-10

Qualche mese fa ebbi modo di testare la multipresa filtrata Teorema Elettrico FS-6D, con esiti molto positivi (leggi qui)

Questa volta, della stessa azienda, ho provato un modello con maggiore potere filtrante: il distributore di alimentazione da dieci posti Teorema Elettrico DS-10.

«Ma come» dirà qualcuno «ancora una ciabatta speciale»?

“Certo!” rispondo io “un vero audiofilo, prima di installare il suo impianto non ha che da curare due fattori innanzitutto: l’acustica ambientale e la qualità dell’energia elettrica che utilizzeranno i suoi preziosi apparati”.

Il Metodo

Oltre la solita montagna di musica ho scelto dieci brani in particolare, coi quali valutare determinate differenze fra un dispositivo e l’altro.

Dapprima saranno presi in considerazione i parametri più macroscopici, per poi affinare progressivamente il giudizio verso quelle caratteristiche più impalpabili della musica registrata:

Estensione in frequenza

Dinamica

Scena acustica

Trasparenza

Correttezza timbrica

Dettaglio & Microdinamica

I brani test sono in formato long playing (33,3 o 45 giri) e files ad alta risoluzione (a partire da 24bit 44,1kHz), sia in streaming (Tidal e/o Qobuz) che da hard drive.

La Prova

Prima di mettere sotto torchio il DS-10 (con i suoi plug-in) ho scollegato la FS-6D e ho ricollegato tutto alle prese a muro ed ho così ascoltato musica per qualche giorno.

L’Ascolto

Rilevare la differenza fra l’impianto direttamente collegato alla “corrente” di casa e la stessa installazione con il distributore è un attimo! 

Capire cosa effettivamente migliora è già più impegnativo.

Nulla da eccepire riguardo l’estensione in frequenza. Il basso ora sembra ancora più profondo perché disvelato. 

Con filtro di rete Teorema Acustico il mediobasso sembra arretrare nella gamma fra i 50Hz e i 150Hz, a tutto vantaggio dell’articolazione e dell’intelligibilità dei suoni, fino in gamma media.

Il alto i tweeter perdono direttività per guadagnare in ariosità, donando così all’evento sonoro più spazialità ma anche più definizione.

La prova della dinamica è quella più dura per questo genere di elettroniche, perché un filtro può essere un collo di bottiglia non indifferente per un impianto hi-fi, quando questo richiede corrente in modo istantaneo, per riprodurre correttamente i transitori.

A parità di strumento o situazione strumentale, le registrazioni più corrette, hanno esibito transienti sempre lucidi, nitidi, a fuoco e definitissimi fino all’estremità più elevata del picco, ad ogni frequenza.
Alzando il volume oltre il ragionevole non cambia nulla, nessuna compressione, nessuna sensazione di distorsione né affaticamento, “solo” un po’ di malumori nella coniuge… 

I miei diffusori (ESB 7/06) non sono stati progettati per “sfondare la parete” dietro di loro, eppure la scena acustica con il DS-10 si avvantaggia di una sensazione di profondità leggermente maggiore rispetto al solito, con visibile aumento dell’aria fra uno strumentista e l’altro, con una maggiore facilità di individuazione della sorgente sonora e maggiore nitidezza dei contorni.

La bellezza di un’energia ripulita da immondizia elettronica è che puoi sentire più musica. Perché la sporcizia presente in rete va coprire con un velo di opacità ogni suono, alterando o rendendo incompleta l’esperienza d’ascolto. 

L’aumentata trasparenza ci permette di percepire più in profondità ogni nota e quindi di entrare maggiormente in empatia con la musica.

Correttezza timbrica: il DS-10 sembra non aggiungere nulla di suo ma, come un bicchiere ben pulito, rivela senza omissioni il suo contenuto e cioè, come nel mio caso, quando qualche componente mostra i suoi limiti (le mie vecchie casse), la sopravvenuta pulizia del messaggio sonoro non mancherà di farvelo notare.

Il fenomeno dell’abbassamento della soglia di rumore, rivela una grande quantità di dettagli. Quei suoni molto deboli sono sempre stati lì, al loro posto, ma venivano facilmente coperti (effetto mascheramento) dai disturbi di rete, per quello non riuscivamo a sentirli.

Ora anche le escursioni microdinamiche sono chiaramente intelligibili.

L’insieme dei due parametri (dettaglio e microdinamica) quando di elevata qualità, dà luogo a quel fenomeno definito con la metafora visiva: “nero infrastrumentale”, tecnicamente definito “silenzio intertransiente”. 

Un impianto di vera alta fedeltà deve essere principalmente silenzioso, nel senso che deve avere la capacità di riprodurre ogni singola nota nel modo più puro e autentico possibile ovvero emergere dal silenzio più profondo, quindi manifestarsi al netto di tutto ciò che non ha nulla a che fare con il segnale musicale. Facile a dirsi, bello a scriverlo ma molto difficile (leggi costoso) da realizzarsi.

Differenze fra la ciabatta FS-6D e il distributore DS-10 sono nettamente percepibili. 

Il modello più complesso e completo è ovviamente più efficace e rivelatore. 

Il risultato finale non dipende da un solo fattore ma dalla qualità dell’impianto a valle, dalla quantità e qualità dell’inquinamento di ogni singola rete elettrica. Se, ad esempio, vivete a ridosso di aree industriali allora vi occorre maggior filtraggio, un po’ meno in teoria se vivete in campagna. 

Anche la costruzione dei nostri oggetti influisce moltissimo: se avete ampli e sorgenti dall’alimentazione curatissima allora l’effetto lo sentirete meno.

La cattiva notizia è che tutti abbiamo bisogno di filtrare, la buona notizia è che il modo efficace per farlo esiste.

L’Utilizzo

Il sistema TOP raggiunge la sua massima risoluzione nel suo completamento dei cinque elementi che lo compongono: filtro passante generale con sistema doppio pi-greco; blocco voltmetro in/out con all’interno induttori per alte frequenze; 10 prese schuko, ed infine due filtri plug-in, da inserire a completamento del trattamento elettrico della stessa catena audio nell’apposito distributore a 10 prese, lasciando libere solamente 8 prese per tutte le elettroniche facenti parti dello stesso impianto principale.

La Tecnica

La DS-10 è efficace contro le interferenze elettromagnetiche, dette EMI.

Per averla vinta sull’inquinamento elettrico il progettista (Gino Trifirò) ha elaborato varie soluzioni: non fa uso di cablaggio ma di stampati a quattro strati di rame ad alto spessore, induttori custom; uno schema originale del percorso del sistema stellare, denominato ‘sistema proporzionale a capacità costante’, che garantisce il più basso valore di capacità parassita di contatto su ogni singola presa, rispetto alla presa IEC d’ingresso della rete.

Gli induttori sono toroidali e costruiti su specifiche, con rame multifilare argentato e isolato in teflon, la cui sezione totale equivale a 4,54mm. 

Ogni polo sopporta l’erogazione di 30 Ampere continui, così da rendere i transienti musicali dinamicamente fluidi.

Tutti i contenitori sono di alluminio spesso 2mm e verniciati a polvere, antigraffio.

Il sistema contiene: 10 prese Shuko da 16A cadauna.

Potenza di dissipazione totale: 4500W.

Tensione di esercizio: da 210V a 275V 50/60 Hz.

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scopri chi è il progettista Gino Trifirò