audiofilo
/au·diт·fi·lo/
aggettivo e sostantivo maschile
Appassionato di audiofilia.

Con il termine Audiofilia s’intende la materia che studia il miglioramento della musica riprodotta da apparecchiature elettroniche in ambiente domestico, da parte di un appassionato audiofilo. La sorgente del suono può essere il disco in vinile, un Compact disc, un nastro magnetico o un file audio.

Qui sopra viene descritto letteralmente e in modo significativo. Ma così è un pò troppo restrittivo.

Invece io voglio entrare dentro quest’essere, voglio raccontarvi delle abitudini, delle manie, del modo di vivere e della pazzia che lo accompagna e che per alcuni andrа avanti tutta la vita. Quante cose si potrebbero dire di un’audiofilo?

A dire il vero, ci sono molti modi di essere Adf, (da adesso lo chiameremo così), perchè questo dipende da vari fattori, non ultimo quello economico, ma nonostante tutto si somigliano tutti… o quasi.

L’Adf comunque sia e ovunque sia, ha sempre il suo impianto in testa, sempre! Quando lavora, quando è in palestra, quando mangia, parla, sempre!

Più è Adf e più ce l’ha in testa, perchè nonostante suoni bene (voglio vedere con tutto quello che gli ho speso, non può suonare male, dice mentre si trova sul tapis roulant), lui pensa che potrebbe suonare meglio! Basta solo comprare questo o quell’altro, fare quell’accorgimento e quella modifica e vedrai come andrà dopo.

Difficile trovare un Adf felice, contento e consapevole di essere arrivato al traguardo.

Lui è perennemente alla ricerca di quell’emozione, di quel suono che ha in testa e che forse non esiste. Vent’anni prima l’aveva sentito in una fiera o in uno showroom e crede di ricordare quel suono, ma in realtà non si può ricordare un suono.

Allora si mette alla ricerca, compra tutte le elettroniche e i diffusori di quella saletta, ma no, li suonava meglio. Da allora, ha speso oltre centomilaeuro, ha cambiato, acquistato, rivenduto tutto e riacquistato nuovamente ma… niente!

Si adesso l’impianto suona bene ma non era così, in quella fiera quell’impianto suonava magico.

Il ricordo del suono di quella fiera, lo accompagnerà tutta la vita e mai più lo troverà su un’altro impianto. Racconterà quel suono sempre, tutte le volte che si troverà in compagnia di altri appassionati, lui narrerà di quel suono.

Un’Adf che si rispetti, dopo aver fatto ascolti da un’amico, in qualche showroom o fiera, si precipiterà immediatamente a casa per constatare e avere certezza che il suo impianto suoni uguale a quanto appena sentito o possibilmente… meglio.

Qui si arriverà a negare tutto. Di fronte alla più tragica realtà, il suo impianto suonerà sempre assolutamente meglio.

Ma l’orgoglio dell’Adf, si palesa soprattutto quando arrivano ospiti a casa; lì non ce ne più per nessuno.

Nel giro di dieci minuti si snocciolano nel cd player almeno una ventina di pezzi presi rigorosamente da dischi audiophile.

L’ospite, raramente ha visto un’impianto così e tantomeno lo ha mai sentito. Ne rimane veramente estasiato, sbalordito, sino alla fatidica domanda “quanto lo hai pagato?”

“E mo che gli dico? La veritа, mi tengo basso o esagero? Gli dico il prezzo di listino o quanto sono riuscito a portarlo via?

Laconica risposta: “lascia stare, un bel pò”

L’Adf, instaura col suo impianto un rapporto quasi carnale, gli parla, lo elogia, lo offende, ma può farlo solo lui e guai a chi si permette di proferire parola contro; potrebbe nascerne una litigata, si potrebbero perdere per sempre degli amici, non bisogna permettersi minimamente di insinuare che la gamma alta sia leggermente troppo aperta; guai a toccare la gamma bassa! Si arriva alle mani.

Ma se c’è una discussione che non deve assolutamente contraddire un Adf è quella sui cavi.

Se hai appena detto che la sua gamma alta è troppo aperta e subito dopo che il suo cavo non serve, la prima passa ma la seconda, ti verrà restituita con offese e appellativi di ogni genere.

Ma dentro tutte queste manie, nasce la passione, la voglia di cercare, la partecipazione, nasce e si persegue il culto della musica, nasce l’emozione dell’audiofilo, quando si trova da solo ad occhi chiusi e con le luci spente di fronte al suo amato impianto.