COME ASCOLTAVANO I PRIMI DISCHI STEREO I NOSTRI PADRI E I NOSTRI NONNI?

Se è vero, come è vero, che uno dei migliori vinili stereo di musica classica è un disco proveniente da una nastro a due piste registrato a Boston nel 1954 nella locale Symphony Hall ( RCA LSC 1817- Gaite Parisienne, con A. Fiedler che dirige la Boston Pop Orchestra), stampato in quell’anno unicamente in mono poi, solo nel 1958 , edito in suono stereofonico, mi chiedo che accidente di testina stereo usavano gli addetti ai lavori nella Control Room ( siamo nel 1958!!) per verificare il suono dei vinili provenienti dal reparto presse per la stampa e dare il nullaosta per la messa sul mercato del prodotto finito?

Quali giradischi e quali bracci permettevano di valutare a quei tempi le caratteristiche che oggi, sui nostri impianti audio High End , rendono l’ascolto di quei dischi delle esperienze che spesso ci mandano in deliquio?

Non so voi ma spesso io mi pongo queste domande mentre ascolto dischi in vinile dell’Età dell’Oro che va dal 1957 al 1963.

Tempo fa un amico incontrato su Facebook mi ha fatto notare che aveva, dimenticata in un cassetto, una vecchia testina Shure stereofonica risalente agli anni ’60.

Mi ha parlato della forma della testina molto vintage e del fatto che si trovava ancora nella confezione originale con aggiunto uno stilo di ricambio.

Ho fatto una breve ricerca e ho notato con sorpresa che si trattava della madre di tutte le Shure. La prima testina Shure stereo in produzione dal 1958 al 1968. SHURE DYNETIC CARTRIDGE M3D. Ecco, mi sono detto, è lei!

L’amico è stato molto gentile a cedermela per un prezzo quasi irrisorio, contento del fatto che sarebbe andata a finire nelle mani di qualcuno che avrebbe saputo apprezzarla. In rete, con confezione completa originale e stili originali della Shure Dynetic Cartdrige M3D arriva a costare come una pizza per dieci persone.

Il fatto da rimarcare è che il peso di lettura consigliato varia da 4 a 6 grammi. Questo ha un senso in quanto il raggio del diamante conico di 18 micron la rende adatta ai primi dischi microsolco e anche agli LP monofonici così diffusi in quegli anni.

Il peso della testina è di 9,5 grammi, appena sotto il limite consigliato per quei tempi che era di 10 grammi.

Come suona? Difficile dire come suona con i parametri a cui siamo abituati con le nostre Lyra, Benz, Zyx ma anche Claearaudio per stare nel campo MM.

Come ”conditio sine qua non” occorre usarla solamente con vinili coevi ”ante quam” 1965 o giù di lì.

Sebbene in produzione fino al 1968, in quell’anno la Shure aveva già in produzione testine più avanzate tecnicamente.

La bassissima cedevolezza, l’alto peso di lettura e il diametro del taglio sferico prediligono solchi ampi e comodi.

Non per nulla dopo questo modello la Shure cambiò completamente tecnologia diventando la portabandiera dell’ alta cedevolezza e dei pesi di lettura sotto 1,5 grammi.

Con questa testina non si devono cercare le sovrarmoniche delle alte frequenze o le informazioni spaziali e di 3D che piacciono tanto a noi audiofili.

Il suono è quello dignitoso di una buona testina MM dove però entrambi gli estremi di banda sono un poco troncati.

D’altra parte, guardando la conformazione del cantilever, osserviamo un diametro di circa un millimetro e il diamante sferico, esaminato con una lente di ingrandimento, spaventa per come è grande e tozzo.

Ho con questo oggetto un legame di tipo affettivo. La confezione, la piccola scatola in velluto rosso, lo stiletto per forzare l’estrazione della puntina nel momento del ricambio, il box, le informazioni e gli ads della casa contenuti nella scatola ne fanno un oggetto da collezione.

Difficile a credersi ma in rete esistono ricambi ex novo per questa testina.

Questi i dati tecnici :

Output : 7.5 mv

Frequency Response : 20 hz – 15 kHz

Channels separation : 20 db

Mass : 9.5 gr

Tracking force : 4-6 gr

Load impedence : 47 kohm

Output impedence : 280 ohm

Dynamic compliance : 8 x10-6 cm/ dyne @ 10 hz

Stylus tip : Spherical 18 micron ( 0.7 mil)

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