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A Day in the Life: Impressions of Pepper Impulse! LP B0029115-01; CD 00602577085765

Qualche volta capita. Non mi succedeva più dai tempi della scuola, quando gli amici mi fecero scoprire le sensuali vibrazioni che certa musica Rock poteva trasmettere (Deep Purple, Led Zeppelin, Black Sabbath, Doors…). Crescendo venne naturale cercare stimoli musicali di natura meno muscolare, così mi addentrai nel meandrico e fantasioso mondo del progressive Rock.

Ma un giorno, a un crocevia, il Blues attraversò la mia strada e ne fui dannato per sempre! Tanto ne ero posseduto che una notte venne da me “Caron dimonio” travestito da John Coltrane per ghermirmi e traghettarmi nel magmatico inferno del Jazz. Anni di passione accanto al divino Miles, al sublime Ellington, ai diabolici Monk e Rollins. Inginocchiato ai piedi del tempio dell’improvvisazione, della creazione istantanea e della furia atonale.

Quando i miei limiti emotivi cominciavano a prostrarsi alla piacevole routine dei grandi genii, ecco una nuova alba creativa irrompere come un abbacinante tornado nel cielo grigio. È la trasfigurazione! Succede che il nuovo presidente della famosissima “Impulse!” è pazzo per i Beatles e Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band è la sua preziosa ossessione.

Così pensa di coinvolgere i giovani artisti in “scuderia” per far eseguire ad ognuno di loro un diverso brano del mitico album e il risultato …è folle!

A Day in the Life: Impressions of Pepper mi ha tenuto inchiodato il cuore alla musica e con il fiato sospeso per tutto il tempo della sua durata. Quasi nessun brano è riconoscibile. È come se un mostro abbia fatto fatto a pezzi e divorato le canzoni originali, espellendole man mano trasfigurate.

Eppure… incredibilmente affascinanti, nuove, potenti come i super-vitaminizzati eroi della Marvel ma infinitamente più umani.

Finito l’album sono rimasto disorientato. Non avevo ben capito cosa fosse successo, cosa avessi ascoltato. Un po’ come un inaspettato amplesso al buio, con una persona sconosciuta.

Dove alla fine si resta soli, stremati, appagati ma anche un po’ sgomenti. E allora… si rimette daccapo e si scoprono particolari nuovi che suscitano nuove emozioni, nuovi stupori, nell’incertezza di cosa si stia realmente ascoltando. Il bello di essere uomo comporta il saper comprendere e trarre piacere in ogni modo, anche attraverso le parti trascendenti del proprio essere.

È trascorsa un’era geologica dalla turgida, immatura emozione che mi procurò l’ascolto di Stairway to Heaven. Ed ho ancora chiaro il piacere spirituale che riprovai ascoltando A Love Supreme, per la prima volta. Ma oggi il mio “climax” emotivo è stato mutiplo e diversificato.

Una buona recensione non dovrebbe narrare di come e quanto l’estensore si sia emozionato, ma “la botta alla psiche” è parte integrante di quest’opera. Se il concerto è il miglior modo per farsi attraversare dalla musica, affinché il ricordo delle emozioni provate rimanga scritto per sempre nel DNA, la musica riprodotta non è che una Macchina del Tempo!

Cosa saremmo noi, innamorati di Euterpe, senza l’illusione di rivivere – benché artificialmente – gli eventi musicali ai quali mai avremmo potuto partecipare? Di Sgt. Pepper’s Lonely Heart Club Band alla fine ne sopravvive lo spirito rivoluzionario, perché i giovani jazzisti lo hanno percepito e ne hanno fatto un nuovo capolavoro, per me, se possibile, più grande dell’originale.

Dico questo perché ogni musicista, ogni gruppo, ha messo l’anima e si sente. Soprattutto ha fatto propria la canzone rendendola un nuovo pezzo d’arte. Devo imparare a ripetere ogni giorno: “largo ai giovani”. Perché proprio quando il sottoscritto credeva che il Jazz fosse arrivato ad un punto mortalmente autoreferenziale… ecco scoprire una messe di nuova musica, ma nuova per davvero! Ed è nuova perché ha saputo trasformarsi, allargarsi, tanto da poter comprendere al suo interno molti generi e molti stili. Dal punto di vista meramente tecnico questo Impulse!non delude affatto, anzi sbalordisce.

Prima il CD e poi l’LP rivelano una qualità sonora superiore in tutto! La rappresentazione è plastica e a grandezza naturale. La dinamica d’insieme e di ogni singolo strumento è ineccepibile. Il timbri sono rigorosamente veritieri ed ogni singolo musicista viene valorizzato descrivendo la sua performance sin nei minimi dettagli.

Ma il vero capolavoro è l’aver saputo porre in equilibrio tutto questo, rendendo il suono di ogni canzone una cornucopia di informazioni musicali. I tamburi, il pianoforte, la chitarra, i fiati ed ogni altra diavoleria somiglia al vero, veramente.

Se credevate che “The Dub Side of the Moon” degli Easy Stars All Stars fosse il tributo più irriverente che si potesse concedere ad un album immortale… ascoltate A Day in the Life: Impressions of Pepper vi farà amare una volta di più The Beatles, Sgt. Pepper’s, questo dannato album, il Jazz e… forse anche la globalizzazione.

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