NEW TROLLS E IL PROGRESSIVE ITALIANO

Qualche tempo fa, parlando di musica con un amico, ci siamo posti una domanda: abbiamo avuto gruppi Progressive italiani?

Da musicista classico quale sono ora, non posso dimenticare i miei trascorsi di rockettaro tastierista nel periodo dei “complessini” nati spontaneamente con la complicità di amici che condividevano la stessa mia passione.

Con uno sforzo di memoria, riesco in parte a rimembrare nomi, situazioni, emozioni verso un periodo storico pregno di avvenimenti più o meno positivi. La voglia irrefrenabile di novità, di rivoluzionare la musica, renderla meno frivola rispetto a ciò che propinavano Sanremo e il Disco Per L’Estate.

Piccoli giovani intellettuali trascinati in quel vortice politico e rivoluzionario che caratterizzò anche tragicamente gli anni dal ’68 in poi. La musica divenne mezzo per divulgare un credo politico; cantanti e gruppi che urlavano il proprio disagio verso la “borghesia” e i “padroni”.

Il Prog italiano ha visto nascere una miriade di gruppi, alcuni validi, altri meno, con un intento comune: sperimentare, ricercare e rinnovare.

Indubbiamente l’ispirazione proveniva anche da oltralpe, in primis da quell’Inghilterra fucina di grandi idee e di ottimi musicisti.

Cantanti e gruppi che nella maggior parte dei casi hanno avuto vita breve; pochi altri si sono adeguati al fiume in piena delle trasformazioni e delle mode fugaci riuscendo ad emergere e a perdurare per lungo tempo.

Alan Sorrenti, Area, Premiata Forneria Marconi, il primo Battiato, Le Orme, Banco Del Mutuo Soccorso, Il Volo, Perigeo, Quella Vecchia Locanda, Osanna, Il Balletto di Bronzo, Il Rovescio della Medaglia, Demetrio Stratos, The Trip. L’elenco potrebbe proseguire oltre.

Stranamente la musica “colta” non era vista come arte borghese, da condannare in toto, ma era spunto per manipolare, interpretare in chiave prog-rock il prodotto di grandi autori del passato.

Bach, Vivaldi, Beethoven, Stravinsky e tanti altri ancora, diventano complici inconsapevoli di contaminazioni tematiche. I “Quadri di un’Esposizione” degli Emerson, Lake and Palmer; Jethro Tull con temi bachiani; gli Yes con “L’uccello di Fuoco” di Stravinsky sono solo alcuni esempi.

In Italia? I nostri non sono da meno: Il Rovescio della Medaglia giocherella con il “Clavicembalo ben Temperato” nel celeberrimo album “Contaminazione”

I New Trolls invece si avventurano con “Una Notte Sul Monte Calvo” di Mussorgksy e 2 studi pianistici di Cramer nell’album UT, oltre a due lavori storici che avranno il merito di portarli in vetta alle classifiche nei primi anni ’70: Concerti Grossi n. 1 e 2. 

Per il primo concerto grosso l’occasione nasce quasi per caso: Luis Bacalov era in procinto di comporre la colonna sonora di un film ambientato a Venezia “La vittima designata” Il produttore del gruppo, Sergio Bardotti, amico di Bacalov propone l’idea.

Pochi dubbi sulla validità del progetto: sfruttare una forma barocca, in chiave rock. Il concerto grosso aveva una struttura dialogante: un piccolo gruppo di archi (concertino) si alternava all’orchestra (ripieno).

Nel caso specifico i New Trolls sostituiscono il concertino con un risultato sonoro strabiliante. La delicatezza degli archi contro la forza esplosiva di chitarre distorte, batteria, tastiere e voci.

Il successo è immediato. Finalmente De Scalzi, Di Palo e company diventano le icone della musica prog-rock italiana. Seguirà dopo qualche anno (1976) il secondo concerto grosso, sempre con la collaborazione di Luis Enriquez Bacalov. Avrà successo ma in misura minore rispetto al primo.

The seven seasons è il tentativo di cercare una continuità tematica senza l’aiuto di Bacalov ma il gruppo è già diviso dal 1973 e i vari componenti mettono su altre formazioni con risultati non sempre esaltanti.

Lo stesso frontman De Scalzi cercherà nuove collaborazioni definendo polemicamente i New Trolls come il gruppo italiano più litigioso; mentre Di Palo, voce guida del gruppo, subirà un gravissimo incidente stradale riuscendo a sopravvivere pur con gravi menomazioni.

In occasione del concerto che “La Storia dei New Trolls” ha tenuto a Campobasso, con la collaborazione della mia orchestra d’archi “Stilnovo Ensemble” ho realizzato una breve intervista a Vittorio De Scalzi dove ripercorre la storia dei concerti grossi e dei suoi progetti futuri.

Vittorio De Scalzi, flautista, tastierista, chitarrista e voce dei New Trolls, è indubbiamente il testimone vivente e diretto della storia del prog nostrano. 

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