Breve storia del Rock giapponese dal ’69 al ’78 reperibile su CD per italiani curiosi

C’è un altro paese al mondo, oltre alla Germania, dove il progressive si contamina con la psichedelia, l’avanguardia, l’heavy rock, il blues creando un filone musicale a sè stante e questo paese è il Giappone. 
Uno degli avvenimenti determinanti per l’evoluzione del rock è l’allestimento del musical HAIR che ha consentito a musicisti di diversa estrazione incontratisi casualmente durante il casting (Hiro Yanagida, Kimio Mituzani e moltissimi altri proveniente dal giro jazz giapponese) di sperimentare nuove forme di contaminazione sonora. Fine della breve introduzione.

Quando mi sono posto l’obiettivo di trattare del prog Giapponese dalle sue origini fino alla fine dei settanta volevo limitarmi a quelle band che hanno elaborato a loro modo questi generi musicali in una forma che ha forti strutture “progressive”. Tralascierò quindi la scena cosidetta “Group Sounds” ovvero tutte quelle band nate ad imitazione del beat, della psychedelia, e del r&b made in UK e USA costituitesi in Giappone a metà anni ’60, spesso pallide e patetiche copie anche se non mancano gruppi di buon valore (Mops, Tigers, Golden Cups su tutti). 

Non mi addentro in questioni sociopolitiche e cito solo di sfuggita bands come i Rallizes Denudes (i Blue Cheer giapponesi?), i Murahatchibu o gli Zunou Keisatsu che entrano solo marginalmente (o non entrano affatto) nel rock progressivo. Cito solo di sfuggita il movimento folk/rock/underground che ha come alfieri gli ottimi Jacks di “vacant world”.
Per chi vuole approfondire queste tematiche il libro “Japrocksampler” di Julian Cope è illuminante.
Tralascio anche alcuni personaggi assolutamente fondamentali (Tomita e Stomu Yamashta su tutti) ma che richiederebbero un Album di A.M.C. a parte.

Elenco quindi le band le cui opere costituiscono le basi di una discografia prog nipponica essenziale dalle origini sino al 1978.
Ho voluto restringere il campo agli album ristampati e in qualche maniera reperibili sul mercato, seppure a volte con estrema difficoltà, (non mi sembrava avesse senso una lista di private pressing assolutamente introvabili a meno di 2/3000e cadauna e in possesso di pochi collezionisti), tenete presente che nessuna stampa Europea è legale in Giappone e, tranne rarissimi casi, i Giapponesi NON concedono licenze estere. Il nostro mercato è letteralmente invaso da BOOTLEGS, specie Tedeschi, che spesso sono contraffazioni di infima qualità e con clamorose mistificazioni. 

I GRADI DI REPERIBILITA’ riportati per ogni album si riferiscono pertanto a stampe originali giapponesi su CD, tracciabili su ebay, amazon,,hmv o altri siti specializzati.
Ecco l’ elenco dettagliato:

Gli APRYL FOOL suonano un discreto blues psichedelico considerando l’anno di uscita 1969. Il bassista e il batterista formeranno gli HAPPY END, il tastierista Yanagida lo troveremo coinvolto in decine di avventure progressive.
REPERIBILITA’: agevole

I BLUES CREATION (poi semplicemente CREATION) guidati dal chitarrista Kazuo Takeda si possono considerare la risposta giapponese ai Cream e ai Mountain, un’ottima heavy blues band il cui eccellente secondo album “demon & eleven children” rimane ancora oggi opera di grande qualità nonostante si tratti di una quasi-clonatura dei Black Sabbath.
Da avere anche il lavoro con la vocalist Carmen “Janis” Maki, altro piccolo classico decisamente sottovalutato. (vedi OZ)
REPERIBILITA’: agevole

Il signor Terahara Takaaki, ovvero Julius Arnold SEAZER (akla CAESAR) è uno degli autori più originali della scena nipponica. Descrivere la sua musica è problematico vista l’eclettismo del personaggio; tradizione giapponese, rock psichedelico, heavy rock, influenze di Orff (comuni a certi Magma) si uniscono e si fondono creando una musica complessa, nuova ed a tratti esaltante.
Discografia assai consistente, imperdibili “jashumon” e “kokkyo junreika”. Imperdibile per i fan dello space-rock e del krautrock è “shin toku maru” altro lavoro “magmiano”.
REPERIBILITA’: agevole

I COSMOS FACTORY sono tra i migliori esponenti del sinfonico con all’attivo quattro album eccellenti. “an old castle of transylvania” è per me capolavoro di prog rock spaziale con elementi psichedelici che rammenta a tratti i Floyd, i Crimson, i Pulsar, gli stessi Eloy, i Nice, persino gli Arzachel ma vive e respira di anima propria, ascoltate i brividi “mellotronici” della lunga title-track.
Buono anche se forse troppo similare e con il moog a rimpiazzare il mellotron il successivo “a journey with the cosmos factory” e da avere anche “black hole” e “metal reflection” con aggiunta di elementi di hard rock alla solita miscela di space prog. 
REPERIBILITA’: 
“old castle” e “metal reflection”: agevole
“journey” e “black hole”: estremamente difficoltosa

I CROSSWIND sono un’eccellente band di progressive jazz/rock di fine decennio, i cui tre album sono tutti indispensabili per chi ama il genere, in particolare il terzo ”soshite yume no kuni”.
REPERIBILITA’: difficoltosa

Da ricordare i DATETENRYU, folle band psych/underground/blues/prog che all’epoca non incise nulla ma della quale sono disponibili numerosi album postumi che testimoniano le loro qualità. Avvicinabili persino a certi Soft Machine o ai Flasket Brinner, hanno il difetto talvolta di ripetersi e di divenire alla lunga tediosi. Consigliati “1971” e “unto”.
REPERIBILITA’: difficoltosa

I FAR OUT (poi FAR EAST FAMILY BAND e CHRONICLE) sono band leggendaria, creatori di un album omonimo influenzato dai Floyd periodo “saucerful/ummagumma” che contiene uno dei brani più belli di sempre di tutto il prog mondiale, il mitico “nihonjin”, ove esaltanti progressioni chitarristiche gilmouriane si alternano a toni psichedelici ed elementi orientali. Nonostante rivisitazioni critiche recenti tendano a ridimensionarlo continuo a ritenerlo disco imprescindibile.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

Il gruppo guidato da Fumio Miyashita in seguito si trasforma in FAR EAST FAMILY BAND, tranne il bassista Ishikawa che si trasferisce in USA e forma i CHRONICLE, incidendo due buoni album di space rock, in particolare “like a message from the stars” del ’77, consigliato.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

Tutti gli album dei FAR EAST FAMILY BAND sono essenziali, dal primo “the cave down to the earth” al rifacimento parziale dello stesso per il mercato europeo, il celebre “nipponjin”, prodotto da Klaus Schulze con una nuova versione di “nihonjin” dal disco dei Far Out, al terzo “parallel world” forse il disco più krauto mai prodotto fuori dalla Germania (prodotto sempre da Schulze con Schickert, sembra di ascoltare gli Ash Ra Tempel) ed anche al sottovalutato più easy quarto ed ultimo lavoro “tenkujin”.
Nei primi tre album suona Masanori Takahashi che successivamente diventerà una star internazionale con il moniker di Kitaro e che con il collega Akira Ito forma una coppia di tastieristi formidabile.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

Dei FLIED EGG (i post Strawberry Path) ricordiamo due lavori “dr. siegel’s fried egg shooting machine” e “goodbye” di chiara ispirazione hard/rock (Uriah Heep e Purple ma anche Cream e Zep gli ispiratori) con qualche brano più complesso ed altri pop più banali.
REPERIBILITA’: agevole

I FLOWER TRAVELLIN’ BAND sorgono sulle ceneri dei FLOWERS, autori del celebre “challenge”, contenente buone covers dei Cream e di Hendrix ma non certamente destinato ad entrare nella storia del rock.
Il primo album “anywhere” contiene una serie di cover (tra le quali una sconvolgente di 21st century schizoid man) completamente stravolte quasi da farlo considerare come lavoro originale; il secondo “satori” è considerato un capolavoro di heavy psyc-prog con pochi rivali nel mondo; buono anche il terzo “made in japan” dalla complicata gestazione registrato ironicamente in Canada e molto vicino a tratti persino a certi Amon Duul II. Molto disomogeneo anche se non mancano momenti eccellenti l’ultimo “make up”. Grande e fondamentale band.
REPERIBILITA’: agevole

I FOOD BRAIN sono in pratica un supergruppo incentrato intorno alle figure del mitico guitar hero Shinki Chen (autore di un leggendario album solo) e del tastierista Yanagida. La band darà alle stampe nel ’70 un album discusso e controverso “social gathering” a mio parere buono seppur disomogeneo, spaziando dallo space rock alla fusion jazzata all’hard rock. 
REPERIBILITA’: agevole

Degni di menzione gli HAPPENINGS FOUR, nati in pieno “Group Sound years”, ma estranei alla nostra trattazione tranne che per il superbo quarto album “the long trip” incentrato sul lavoro della doppia tastiera in stile Procol Harum e guidati da quel Kuni Kawachi che realizzerà nel 70 un celeberrimo album “kirikyogen” con i Flower Travellin’ Band, un classicone assolutamente da avere in discografia.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

YASUO INADA è un tastierista il cui ottimo album con i BEMI FAMILY è caratterizzato da un suono tra Canterbury e ELP è purtroppo praticamente impossibile non solo da avere ma anche da ascoltare.
REPERIBILITA’: difficoltosa

TAKEHISA KOSUGI è personaggio krauto nato per errore in Giappone! Ex Taj Mahal Travellers è fondamentale l’album “catch-wave”, non distante dalle lande cosmiche dello schultziano “Irrlicht”. 
REPERIBILITA’: agevole

LOVE LIVE LIFE +1 è curiosissimo supergruppo con i soliti Yanagida e Mizutani che in un paio di giorni registrarono “love will make a better you” assolutamente da (ri)scoprire; ad un primo lato intriso di hard-psyc e free-jazz acido, distorto e caotico (the question mark) seguono strane miscele zappiane e operistiche nel secondo… Notevolissimo lead vocalist. Da dimenticare i due album successivi.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

MAGICAL POWER MAKO, moniker del precocissimo genio Makoto Kurita che partorisce tra il ’73 e il ’77 tre album assolutamente imperdibili “magical power mako” , “super record” e “jump” tra rock psichedelico alla Faust, avanguardia, folk e musica giapponese tradizionale e del quale sarà pubblicato solo a metà 2000 un megabox di 5 cd completamente inedito con materiale che predata in gran parte l’album d’esordio “hapmoniym”.
REPERIBILITA’: agevole

I MAHOJIN (o MAHOUJIN) sono un trio attivo nella seconda parte dei settanta e suonano un prog tutto strumentale sulla scia di EL&P. Il loro unico parto discografico “babylonia suite” registrato nel ’78 verrà pubblicato solo nel ’91 . Imperdibile per tutti coloro che più tardi adoreranno i vari Deja Vu, Ars Nova….
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

I MANDRAKE si formano nei primi anni settanta e possono essere considerati tra i fondatori del progressive sinfonico giapponese. Influenzati da EL&P e dai King Crimson non riuscirono a pubblicare nulla all’epoca e solo nel ’97 furono date alle stampe due raccolte “unreleased materials vol.1 e 2”, che testimoniano della grandezza del gruppo. Assolutamente da riscoprire.
REPERIBILITA’: difficoltosa

MARIA è un’altra band attiva nella metà dei settanta che non riuscì ad arrivare al contratto discografico e i cui brani registrati nel ’76 furono pubblicati solo nel 1991. Classico prog sinfonico di derivazione britannica, assolutamente godibile nonostante la non eccelsa qualità sonora.
REPERIBILITA’: estremamente difficoltosa

JUN “KIMIO” MIZUTANI è dotato di genio chitarristico come pochi altri. Protagonista assoluto di numerosissime sessions e supergruppi, paradossalmente il suo unico album solista “a path through haze” non mantiene le altissime aspettative ma è un buon lavoro, imho. Il primo lato è quasi Canterburiano (!!) alcuni critici parlano addirittura di Hatfield & TN…, il secondo è un “hot rats” mal riuscito.
REPERIBILITA’: agevole

TOKIHIRO MORISHITA + HIS FRIENDS. Morishita è tastierista autore di due album e almeno l’eccellente primo lavoro “toccata”, registrato in DUE giorni nel settembre 71, è disco notevolissimo. Contiene una serie di composizioni sullo stile dei primi lavori di Yanagida ma assai più sperimentali, ovvero costruite intorno all’organo ma lasciando ampio spazio alla band nella quale si distingue un chitarrista psichedelico di notevole follia. Il secondo lavoro spazia in ambito elettronico ma rimane degno lavoro.
REPERIBILITA’: difficoltosa

OZ – Carmen Maki, reduce dall’esperienza con i Blues Creation, decide di rimanere in territori progressivi costituendo gli OZ e registrando con essi 5 dischi, di cui due live. Trattasi di progressive hard/rock di buon livello, a tratti forse troppo commerciale. Forse l’album migliore è il secondo “tozasareta machi”, ma certamente non avrete brutte sorprese ad acquistarli tutti.
REPERIBILITA’: agevole

PEOPLE è un altro progetto a cui partecipa Mizutani, riuscitissimo esempio di fusione tra spiritualità buddhista (Bruno Repetto, accorri!  ), psichedelia e progressive rock con risultati vicini a certe cose di Stomu Yamash’ta.
REPERIBILITA’: difficoltosa

PRISM è forse la miglior band giapponese di sempre di jazz/rock prima e di fusion in seguito, attivissima ancora oggi e con una trentina di album all’attivo. I primi quattro dischi sono straconsigliati: “prism” con il chitarrista degli Yonin Bayashi, “second thought/second move”, “prism III” e “prism live”; in seguito perderanno la matrice progressiva per trasformarsi in una STELLARE MACCHINA DA FUSION!!!.
REPERIBILITA’: agevole

Dei PYG ricordiamo il primo omonimo buon album di hard-progressive, seppure con virate troppo evidenti verso certo rock più commerciale. Il cantante Kenji Sawada, ex Tigers, è semplicemente fenomenale. Meno interessante il successivo doppio live, troppo manieristico.
REPERIBILITA’: agevole

ROUND HOUSE, gruppo sinfonico con influssi jazz-rock, incidono un validissimo demo album nel 78 (JIN-ZO-NINGEN) che rimase inedito causa lo scioglimento successivo della band prima di essere pubblicato nel ’91 dalla solita benemerita Made in Japan. Si possono avvertire influssi Camel e King Crimson e trattasi, nonostante la qualità sonora non impeccabile, di lavoro altamente consigliato. Si riformano successivamente pubblicando altri album, sono tutt’ oggi in attività.
REPERIBILITA’: difficoltosa

SAMURAI, gruppo giapponese con vocalist britannico (Mike Curtis), pubblicano due eccellenti quanto eclettici lavori, l’omonimo “Samurai” del 70 (conosciuto anche come “green tea”) tra psychedelia, proto-prog, hard e spunti jazzistici e il successivo “kappa” un piccolo classico hard-prog. Il bassista Tetsu ha all’attivo un paio di buoni album solisti prima di emigrare in seguito in UK e fare fortuna nei Faces e nei Free mentre Graham Smith, ospite in entrambi i lavori, lo troveremo negli String driven thing e nei VDGG!!
REPERIBILITA’: agevole

MASAHIKO SATOH & SOUND BREAKERS
Satoh è un tastierista veterano della scena jazz nipponica, con all’attivo innumerevoli session e registrazioni con artisti di tutto il mondo, tra cui i celebri Jean Luc Ponty e Wolfgang Dauner. Il suo album indispensabile in una discografia progressiva è “amalgamation” con i soliti Yanagida e Mituzani. Lavoro di complessa interpretazione e fruizione; musica concreta, avant-jazz psichedelico, opera difficile ma coinvolgente.
REPERIBILITA’: difficoltosa

SPACE CIRCUS Prog fusion strumentale, due album eccellenti, specie il secondo “fantastic arrival” dove non mancano omaggi e riferimenti ai Camel.
REPERIBILITA’: difficoltosa

SPEED, GLUE & SHINKI
Due ex Foodbrain incontrano un pazzo batterista filippino (che dopo quest’avventura troveremo nei leggendari Juan de la Cruz Band) e registrano in circostanze a dir poco precarie due leggende discografiche: “eve” e “speed, glue & shinki”.
Trattasi di heavy blues rock psichedelico non troppo sofisticato, nel secondo album compare anche un synth.
REPERIBILITA’: difficoltosa

STRAWBERRY PATH “when the raven has come to the earth” del ’71 è il parto discografico del duo Narumo/Tsunoda, -quest’ultimo batterista in decine di dischi storici (Jacks, Foodbrain, Captain Hiro…) accompagnati da un bassista e flautista come ospiti. Trattasi di heavy blues rock psichedelico che a tratti può far ricordare i neozelandesi Human Instinct, in conclusione un buon disco anche se non originalissimo. Lo stesso duo, con il batterista Takanaka, darà vita l’anno successivo ai FLIED EGG di cui già ho scritto in precedenza.
REPERIBILITA’: agevole

TAJ MAHAL TRAVELLERS è il gruppo strumentale di Kosugi, tanto osannato dai critici ed accomunato ai vari Kluster, Tangerine Dream (periodo Zeit), primo Popol Vuh, Anima, etc, pur avendo un feeling di fondo molto legato alla tradizione giapponese. Il disco da avere è “july 15 1972” sicuramente affascinante e imperdibile ma anche gli altri due, il secondo “august ’74” e il postumo “live stockholm ’71” che è antecedente al primo lavoro, sono indispensabili per chi ama il genere.
REPERIBILITA’: agevole

HIROKI TAMAKI & S.M.T. Violinista classico, è ospite nel ’70 nel primo lavoro solista di Yanagida. Successivamente forma il gruppo SMT con cui nel ’75 registra l’eccellente “time paradox” una collezione di brani eterogenei, pezzi classici, sinfonici, jazz/rock tutti ovviamente dominati dal suo magico violino. Successivamente pubblicherà numerosi album solisti, nessuno del livello qualitativo di Time Paradox.
REPERIBILITA’: difficoltosa

TOKYO KID BROTHERS, in verità una compagnia teatrale sperimentale e non certo una band… li ricordiamo solo per il disco “throw away the books, we’re going out in the streets”, interpretazione di un’opera di Shuj Terayama (vedi Seazer), un classico psyc/underground/chitarristico con Ishima dei FTB alla chitarra e si narra lo stesso Seazer all’organo.
REPERIBILITA’: difficoltosa

I TOO MUCH sono tra i migliori gruppi di heavy rock blues nipponico, riuscendo ad essere personali nonostante alcuni momenti di chiara derivazione sabbath. Il loro omonimo album del ’71 è assolutamente un must e il brano di apertura un classico del genere.
REPERIBILITA’: estemamente difficoltosa

MICHINORI YAMAMOTO Poco so di questo signore, tranne che il suo “hohoemi” del ’75 è 
folk progressivo di livello stellare, accompagnato dalla band di Mizutani con un Kimio in gran forma. 
REPERIBILITA’: difficoltosa

HIRO YANAGIDA, ovvero il tastierista prezzemolo del rock giapponese. Dopo le esperienze con i vari Foodbrain, Apryl Fool, Satoh & Sound Breakers, Live live life lo troviamo in veste da solista con “milk time” e una band di supporto semplicemente fantastica. Il disco è molto buono, sullo stile Food Brain ma l’omonimo secondo lavoro, pubblicato nel ’71, è migliore, più sperimentale e progressivo, un piccolo classico. Seguono altri due buoni album “hiro” ed “hirocosmos”, quest’ultimo decisamente in stile jazz/rock/fusion “alla Mahavishnu Orchestra”. Il seguito è trascurabile, rimane personaggio fondamentale della scena nipponica, ottimo musicista più che compositore.
REPERIBILITA’: agevole

YONIN BAYASHI ovvero la band sinfonica per eccellenza del prog giapponese.
Buono ma non fondamentale il loro primo lavoro “hatachi no genten” una colonna sonora, il secondo celebre “ishoku-sokuhatsu”del ’74 è il loro capolavoro. Mi sono divertito a leggere alcune recensioni di questo disco, si parla di Floyd, Yes, Camel, Deep Purple mark 1, Captain Beyond, Armageddon, Nektar…imperdibile insomma. Ottimo anche il successivo “golden picnics” e discreto il quarto “printed jelly”. Non consiglio altro, anche se in ciascuno dei successivi album decisamente più commerciali qualche brano riuscito c’è sempre. 
Sarebbe assolutamente da avere il PRIMO volume di “from the vaults”, quintuplo box (!) con testimonianze live ed inediti del periodo d’oro della band, purtroppo è assolutamente irreperibile a prezzo accettabile; gli interessati ad ascoltare il gruppo live possono procurarsi “73 yoninbayashi”, testimonianza della grandezza della band on stage o anche il recente “live 2002” che dimostra la vitalità di questi leggendari musicisti dopo 30 anni di attività.
REPERIBILITA’: agevole

Ho aperto questo thread in formato “Album” per permettere l’ aggiunta di altre eventuali segnalazioni a completamento dell’ elenco, quindi benvenga la collaborazione di chiunque abbia il piacere di darla