Sgombro il campo da subito: al netto del titolo, l’hi-fi è viva e vegeta; eccome se lo è!

Ventuno sale ricolme di ben di Dio, al Nicotel di Bisceglie, sono la dimostrazione lampante di un settore vivo e frizzante di proposte audio classiche e innovative, per un settore pur sempre di nicchia come quello della riproduzione audio domestica ad alta fedeltà.

Tuttavia, apro il mio reportage sulla manifestazione appena conclusa, con un titolo secco, crudo e senza appello per gli autocostruttori che aspirano a diventare grandi: ad eccezione delle sale allestite da Voce Loudspeakers e Acoustic May, nessun altro autocostruttore ha dato la giusta importanza alla sorgente digitale, inficiando pesantemente il risultato sonoro potenziale delle proprie elettroniche o dei diffusori.

Non a caso, probabilmente, le due citate, sono proprio le sale d’ascolto che hanno riscosso i maggiori apprezzamenti del pubblico e della giuria del Premio Giornalistico Audiosinapsi che ho avuto l’onore di presiedere.

In 2 giorni pieni e intensi, insieme all’Ingegnere Giuseppe Perrone e al Musicista Morris Capone, abbiamo ascoltato e riascoltato tanti impianti, quasi sempre ben allestiti ma spesso poveri sul piano del respiro, dell’ambienza e del microdettaglio, attributi che sono la linfa vitale dell’alta fedeltà moderna.

Pochi hanno compreso il “regalo” di questi ultimi anni, piovuto dal cielo con l’avvento della musica liquida o meglio sarebbe dire “affrancata dai problemi del supporto meccanico”.

Tanta confusione sul tema e pigrizia nell’affrontare questa “liberazione” della musica dalle gabbie del cd, che ha tarpato le ali dei file wave in esso contenuti per oltre trent’anni, ma che alcuni, ancora si ostinano a difendere, semplicemente per partito preso, adducendo una anti scientifica supremazia della meccanica, derivante da errati confronti con sorgenti “liquide” sommariamente allestite e incomparabili.

Se nelle sale allestite dai rivenditori storici, lo streamer di qualità è ovviamente d’obbligo in quanto oggetto commerciale come altri, per quelle degli autocostruttori è spesso improponibile una sorgente digitale d’alto rango e sarebbe dunque utile e intelligente attrezzare i propri set up con un pc-transport dedicato, con alimentazione curatissima (perfettamente in tema proprio con l’autocostruzione) e con un Player come Daphile, Jriver, Foobar, Audirvana.

A completamento e a totale indipendenza dalla rete internet, una adeguata batteria di hard disk sata, zeppa dei file wave, estratti dai propri CD acquistati legalmente negli anni.

Per gradire, una spettacolare selezione di brani in Alta Risoluzione, acquistabili sulle decine di piattaforme online a prezzi abbordabilissimi per esaltare finalmente tutte le potenzialità dei propri impianti audio in bella mostra.

Nulla di complesso dunque ma un’attenzione alla sorgente che non prevede pasticciamenti come quelli a cui abbiamo assistito in molte sale.

Dopo le note dolenti, è tempo dunque delle note gaudenti e sono tante fortunatamente.

Innanzitutto la presenza di molti dei più noti rivenditori e distributori nazionali a cui va la mia sentita gratitudine per essersi “sottoposti” al giudizio della giuria con l’umiltà dei grandi.

Hanno esibito sale allestite con grande cura del dettaglio, eleganza e soprattutto attenzione all’atmosfera necessaria all’ascolto e alla vista delle elettroniche presentate.

Non è un caso se Marco Angelucci, piuttosto che infarcire di decine di oggetti una saletta di 18mq, decide di presentare un solo splendido impianto, perfettamente bilanciato nei suoi componenti e musicalmente dotato di superba autorevolezza.

Una sala allestita con estrema eleganza, con punti luce spot su elettroniche e diffusori, profumatori d’ambiente e un fondale accogliente, a mascherare e ingentilire una saletta pur sempre ricavata da una camera d’albergo.

Oltre il meritato “Premio Giornalistico Audiosinapsi – Miglior Allestimento Sala”, Angelucci Hi Fi, porta a casa anche la nostra “Menzione Speciale per il Fine Tuning”, grazie alla estrema cura dei cavi di alimentazione, potenza e segnale, della multipresa, dei filtri di rete, dei solleva cavi, degli armonizzatori di rete e dello straordinario sincronizzatore di risonanza Nordost, che hanno contribuito pesantemente alla realizzazione del nero di fondo su cui voci e strumenti svettavano liberamente e con straordinaria leggerezza.

Le prerogative richieste per questo premio erano le seguenti: “la sala d’ascolto più curata sul piano estetico e delle soluzioni insonorizzanti adottate, senza che queste ultime possano risultare invasive, nel rispetto dell’inserimento in un potenziale ambiente domestico.”

Impianto di grande caratura senza alcun dubbio, composto da:

  • Dcs Bartok – convertitore D/A con streamer di rete
  • Amplificatore Dan D’Agostino Progression Integrated
  • Diffusori Magico A5
  • Cavi e accessori Nordost e Music Tools

S’ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo!

Come suggerisce il Conte di Carmagnola, il mitico Mino Di Prinzio ha risposto all’invito degli organizzatori, prenotando e allestendo la grande Sala Alpha di ben 120 mq.

Compito arduo quello di allestire un open space così grande con quattro impianti; impresa possibile solo a un uomo con la passione e l’esperienza di Mino, ma che gli ha restituito pienamente i sacrifici per l’allestimento e la gestione dei set up.

Hi Fi Di Prinzio porta a casa infatti il “Premio Ferson” assegnato sulla base delle preferenze del pubblico ma anche il “Premio Giornalistico Audiosinapsi – Best in Show” per il miglior impianto, composto da:

  • Giradischi TW Acoustic Raven 3 motori
  • Braccio Ikeda 12 pollici
  • Testina Audiotechnica Art 1000 (MC)
  • Pre Phono GoldNote ls 1000
  • Amplificatore integrato Accuphase A 5000
  • diffusori omnidirezionali MBL 121

Le caratteristiche richieste per l’impianto Best in Show, d’altronde erano ben chiare:
parametro principale la “scomparsa” dell’impianto.

Parametri più rilevanti: larghezza/altezza/profondità/stratificazione dei piani sonori/nero infrastrumentale e di fondo/dinamica/naturalezza di emissione.

Parametri meno rilevanti: tutte quelle elettroniche, sorgenti e diffusori, dotate di presenza fisica inoccultabile, poiché lo scopo unico dell’audiofilia è la riproduzione domestica più vicina all’ascolto dal vivo, sia esso derivante da ripresa reale in ambiente che simulata in studio attraverso tecniche di mixing operate con cura.

Per completare l’opera, Hi Fi Di Prinzio riceve anche la “Menzione Speciale per il Sistema di Diffusione più Coinvolgente”, con le Graham LS 5/5, pilotate da una coppia Pre e Finale Leben rs-28cx e Vitus Audio ss -025; un impianto dai connotati molto live e dalla riproduzione molto coinvolgente sebbene, a nostro parere, non propriamente naturale nel timbro ma piacevolmente eufonica.

Apulia Hi Fi Show di Bisceglie, è la manifestazione che ha saputo costruire una formula ibrida estremamente accattivante, giusto mix di distributori, rivenditori e autocostruttori che sollecitano il folto pubblico a colpi di impianti da sogno, soluzioni low budget e progetti sperimentali di preparatissimi artigiani del suono.

Il “Premio Giornalistico Audiosinapsi – Miglior Progetto di Autocostruzione” è stato dunque assegnato seguendo le condizioni descritte nella seguente definizione:

“le soluzioni autocostruttive più originali e ben suonanti, con speciale attenzione all’oggetto autocostruito fulcro della sala (elettronica/diffusore) ma con un’attenta analisi anche delle scelte adottate negli altri componenti della catena, volti a valorizzarlo.”

Ad aggiudicarselo, in ex aequo, due interessanti realtà meridionali: Voce Loudspeakers di Camillo Di Rocco e Acoustic May di Massimo e Nicola Maggio, padre e figlio.

La sala di Voce Loudspeakers, pullulava di diffusori dal design intrigante ma l’oggetto specifico che abbiamo premiato, è un tre vie con tweeter ausiliario posteriore, che ci ha impressionato per la precisa ricostruzione scenica sia in altezza che in larghezza.

La sorgente, costituita da un Pc Transport di livello e da un Dac Merging Hapi, ha fornito il microdettaglio e l’aria di cui ho accennato nella prefazione di questo articolo, toccando punte di vera magia.

Separazione degli strumenti e nero infrastrumentale di alto livello.
La “zampa” di Vincenzo Genovese, al secolo Vince Titor, è evidente nella cura delle elettroniche selezionate per le creazioni dell’amico Camillo Di Rocco.

La sala Acoustic May, sfoggiava diffusori dalle finiture classiche ma solo all’apparenza; il diffusore oggetto delle nostre attenzioni morbose, è stato infatti un mid-size da piedistallo, dotato di un insospettabile basso che ha sbalordito noi e il pubblico per profondità, precisione, rotondità e senso del ritmo.

Dietro una facciata da tranquillo due vie, apparentemente in reflex frontale, si nasconde un raffinatissimo progetto, mix fra un carico simmetrico e un carico isobarico, con due altoparlanti da 18 cm identici, uno “faccia vista” sul baffle e l’altro occultato all’interno, che costituisce il carico isobarico del gemello ed al contempo, sfocia in un volume accordato in reflex proprio sul frontale del diffusore.

La forma a tronco di liuto, contribuisce all’abbattimento di residue risonanze interne, restituendo un suono dettagliatissimo, con una scena fra le più larghe e profonde della manifestazione e con un calore in basso che scioglieva ogni volta che siamo entrati nella sala per convincerci di tanta bontà sonora.

Oltre i premi, tante le menzioni previste dalla giuria di Audiosinapsi, nella assoluta convinzione che premi e menzioni servano a stimolare il mercato e, dove possibile, fornire le corrette coordinate d’ascolto agli espositori e al pubblico.

Non esistono impianti assoluti ma molteplici godimenti del buon suono; ed è per questo che, abbiamo previsto menzioni speciali per diversi progetti sonori.

Degnissimo di nota, il sistema imbastito dal Tempio Esoterico di Catania a cui abbiamo attribuito la “Menzione Speciale per il Miglior Risultato Timbrico” prescindendo dalla performance complessiva dell’impianto, dalla percezione della sua “scomparsa alla vista” e dalla riproduzione dell’ambiente di registrazione.

L’esperto staff capitanato da Tony Pedalino, ha saputo sublimare le caratteristiche endogene delle minuscole Falcon, progetto lievemente anabolizzato delle mitiche monitor LS 3/5A, spingendole con classe e autorevolezza attraverso un muscoloso BAT K3500.

Il sistema occupava metà della già piccola sala ma la maestria dei “pedalinici”, ha permesso l’evocazione delle cantanti e degli strumenti in un ascolto nearfield da pelle d’oca.

Timbrica allo Stato dell’Arte e scena acustica altissima e persino profonda, nei limiti di un diffusore dalle caratteristiche spiccatamente monitor. Da standing ovation veramente.

La “Menzione Speciale per il Miglior Rapporto Qualità/Prezzo” non poteva che andare al sistema proposto da Centro Cultura Musicale di Augusto Rinaldi.

Una menzione figlia di una semplice somma aritmetica che non lascia scampo:
amplificatore valvolare Synthesis 96dc + diffusori Pylon Audio Ruby = entry level di puro piacere acustico per l’iperbolica cifra di 3.600 euro totali!

Pressochè impossibile trovare una ricetta migliore per avvicinare giovani e neofiti all’universo audiofilo.

“Menzione Speciale per la migliore sorgente analogica” dell’Apulia Hi Fi Show non potevamo che assegnarla a quel monumento di bellezza che risponde al nome di ThaumaNote The Heresiarch, meraviglioso cigno nero di Eugenio Spagnolo; giradischi che vincerebbe anche da spento per la sicurezza che trasuda ma che in funzione, trasfigura il volto degli ascoltatori dinanzi alle voci stentoree che materializza in sala d’ascolto.

Un giradischi, vecchia conoscenza di Audiosinapsi che ne ha ospitato i 130kg della versione precedente nella propria sala d’ascolto e che dimostra, semmai ve ne fosse bisogno, che la strada verso il suono autorevole e naturale è ancora appannaggio delle macchine analogiche di altissimo livello costruttivo.

“Menzione Speciale per lo Sviluppo del Sistema di Amplificazione” vede un’altra attribuzione ex aequo a due progetti antitetici nell’approccio ma creativi e sonicamente efficaci.

L’integrato OTL Aos Lab di Santo Russo, con la sua eprom di controllo, permette ascolti raffinati con un amplificatore senza trasformatori, azzerando i rischi derivanti da un problema di tensione di rete o di malfunzionamento di una valvola.

Questo raffinato integrato, permette inoltre il funzionamento parcellizzato del set di valvole, potendo scegliere di farlo suonare con 2 o 4 tubi per canale a seconda delle necessità di potenza.

I finali monofonici di Ep Lab, anch’essa azienda barese capitanata dall’Ingegner Calabrese, ci hanno travolto con un’abbondante dose di caldissimi watt, (50w x2) derivanti da unica e ipertrofica valvola GU48, servita e riverita da una 6sn7 di segnale e dalla driver kt88.

Finali di rara bellezza “industrial” e di superba musicalità che presagiscono caldi ascolti invernali su una poltrona di pelle, con una copertina sulle gambe e un tumbler di Scotch Whisky Single Malt nella mano destra; personalmente, con la sinistra sorreggo una Pipa Castello ricolma di ottimo Latakia …ma questo è solo un vezzo da vecchio audiofilo epicureo.

“Menzione per il Design Italiano nel Mondo” va alle creazioni di Walter Carzan, architetto Patron di Audel, azienda siciliana presente in 22 paesi nel mondo che porta il bel suono ad ogni longitudine, con produzioni non solo straordinariamente eleganti e raffinate ma anche tremendamente ben suonanti.

I monitor entry level in dimostrazione, ci hanno messi in seria difficoltà anche nell’attribuzione della menzione speciale per la timbrica, costituendo l’unico giudizio di parziale difformità fra noi tre giudici nel confronto con le “pari volume” Falcon Acoustics.

A corredo di una manifestazione ben costruita, le etichette discografiche Abeat Records e Dodicilune hanno incantato il vorace pubblico con cataloghi ricchi di novità e incisioni, a volte, tremendamente audiophile.

Non è un caso se come giuria d’ascolto, abbiamo utilizzato il vinile di Serena Spedicato “The Shining of Things dedicated to David Sylvian” (etichetta Dodicilune) per loa valutazione delle sorgenti analogiche.

Di gran rilievo, inoltre, la presenza di Patty Lomuscio, artista jazz andriese che ha presentato il suo ultimo album “Star crossed lovers” con la prestigiosa collaborazione di Kenny Baron; l’artista, dopo l’elezione dell’impianto Best in Show, ha accettato l’invito di intonare alcune note in playback proprio nella sala di Mino Di Prinzio, “canticchiando” sui diffusori omnidirezionali MBL e successivamente, sulle Graham Acoustic, fra lo stupore compiaciuto dei presenti.

In questo lungo excursus dell’Apulia Hi Fi Show 2022, ho voluto dunque motivare le scelte effettuate nell’attribuzione di premi e menzioni, col fine ultimo di stimolare creatività, cura e passione per la prossima edizione dell’evento.

 Se crisi economica e pandemia ci daranno tregua, il Premio Giornalistico Audiosinapsi lancerà nuove piccanti sfide “a tema” agli impeccabili e infaticabili organizzatori Angelo Ruggeri e Mario Asciuti, per l’edizione 2023.

Se passione deve essere, passione sia. Fino in fondo.

Buona Musica a tutti.

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