Cap. 7)  PER REGOLARE IL VTA BISOGNA ORGANIZZARSI

Molti sostengono, ma in proposito c’è una gran confusione, svariate “regole” o dritte per una buona taratura del VTA suffragate da percezioni derivanti dall’ascolto dei propri sistemi, ma in alcuni casi si parte da presupposti errati e senza un minimo di sana organizzazione.

Regolare il VTA non è affatto semplice se si vuole procedere affrettatamente e senza riferimenti precisi.

Ad esempio, mi è rimasta impressa l’affermazione che alzare lo snodo del braccio comporta una limitazione della profondità della gamma bassa, medi sgradevoli, alti penetranti oltre che la riduzione della dinamica e l’aumento della fatica d’ascolto.

Invece abbassare lo snodo, porta alla velatura dei bassi, a un decadimento degli alti che risultano assai impastati, alla mancanza di definizione dei medi mentre la voce risulta fastidiosa.

Questo avverrebbe in generale, ma quasi mai i responsi dei singoli ascoltatori risultano poi corrispondenti, molto probabilmente perché non ci si affida ad una procedura comune.

Le percezioni anzidette, come già detto, si riferiscono a quando alziamo o abbassiamo lo snodo, ma rispetto a quale quantità o in riferimento a quale indice?

Se non partiamo da un riferimento comune qualsiasi responso non avrebbe senso.

Se invece consideriamo, come punto di partenza, un VTA correttamente individuato secondo le modalità descritte al Cap.8 muovendo da quanto descritto all’inizio del Cap.5, possiamo sostenere, senza tema di smentita, che diminuendo o aumentando l’altezza dello snodo di un millimetro, ambedue gli ascolti corrispondenti, a prescindere dalle percezioni personali, devono risultare perfettamente sovrapponibili, così come sovrapponibili dovranno essere nel momento in cui diminuiremo o aumenteremo il VTA di ulteriori due o più millimetri.

Dopo queste manovre di innalzamento o abbassamento del braccio di quantità uguali, che man mano aumenteremo o diminuiremo rispetto allo zero, varierà solo la qualità dell’emissione che tenderà man mano a diminuire, pur rimanendo in ambedue le circostanze perfettamente sovrapponibile.

Perché avviene ciò; come già detto nel Cap.6, finché il VTA è perfettamente tarato, ovvero lo stilo affonda nel solco con la giusta angolazione corrispondente a quella del bulino incisore e di conseguenza in profondità, il raggio di curvatura delle creste dello stilo che trovasi a contatto con le anse dei solchi, verrà visto da queste col raggio di curvatura così come dichiarato dalla fabbrica.

Cioè lo stilo riuscirà ad estrarre il segnale dal solco così come inciso ed ovviamente sarà direttamente dipendente solo dalla qualità del taglio del diamante. 

Man mano che l’inclinazione del cantilever e di conseguenza dello stilo aumenta, perché alziamo lo snodo del braccio, o diminuisce, perché al contrario lo abbassiamo, le creste dello stilo oltre a cambiare inclinazione rispetto alle creste del solco, verranno viste da quest’ultimo secondo un raggio di curvatura fittizio via via sempre crescente in maniera direttamente proporzionale all’aumento o alla diminuzione del VTA, anche se il raggio di curvatura del diamante di fatto resta invariato. 

E’ questa la ragione che porta, sia che si aumenti o diminuisca il VTA, al peggioramento, in maniera perfettamente speculare, del segnale ed alla diminuzione della dinamica anche nel rispetto delle modalità espresse al primo punto del presente capitolo.

La diminuzione della dinamica, come facilmente intuibile, dipende essenzialmente dalla circostanza che una scorretta inclinazione dell’asse dello stilo provoca, come già detto, l’aumento fittizio del raggio di curvatura dello stilo.

Pertanto non riuscendo quest’ultimo a penetrare approfonditamente nel solco l’ampiezza delle oscillazioni sia orizzontali che verticali verrà drasticamente ridotta e di conseguenza verrà ridotta la dinamica al contrario di quanto invece avviene quando l’asse dello stilo risulta correttamente inclinato.

In altri termini alzare o abbassare il braccio di una determinata quantità, partendo da una condizione definita ottimale, in ambedue i casi porta a conseguenze perfettamente identiche in termini di qualità dell’ascolto.

Se il suono perde in dinamica, i medi risultano sgradevoli, gli alti penetranti e impastati e i bassi poco profondi inducendo tutto ciò fatica d’ascolto ed anche un conseguente roll off, ciò si verifica in pari modo sia durante l’abbassamento che durante l’innalzamento rispetto ad un’altezza dello snodo giudicata ottimale in maniera simmetrica e senza distinzioni di sorta.

Se le percezioni descritte all’inizio del presente capitolo appaiono pertanto assai diverse, riguardo le percezioni rilevate a seguito dell’abbassamento rispetto all’innalzamento del braccio, questo lascia intendere che il VTA di partenza non è corretto e pertanto non assumerei queste percezioni come oro colato, in quanto non potranno mai essere considerate come valori campione.

Va detto invece, che essendo la taratura del VTA una circostanza da valutare dal punto di vista puramente geometrico e i cui risultati sonori godono di una certa simmetria rispetto al VTA ottimale, devo dissentire da quanto sostenuto all’inizio del presente capitolo.

Cap. 8) TARATURA DEL VTA

Purtroppo la ricerca di tale angolazione e di conseguenza la corretta messa a punto del VTA può essere eseguita, con molta calma, esclusivamente ad orecchio, anche se disponendo di strumenti di misura che possano rendere correttamente visibili le microscopiche entità in ballo potremmo illuderci di eseguire la taratura ad occhio. 

Difatti, in soccorso potrebbe venire uno strumento di ultima generazione vale a dire un microscopio digitale di circa 200~400 ingrandimenti o più, da collegare alla presa USB del computer, attraverso il quale potremmo apprezzare nel dettaglio l’angolazione che il cantilever e di conseguenza lo stilo assumono via via rispetto al piano del disco, ma non certamente quanto lo stilo affondi all’interno del solco o la sua corretta angolazione. Quindi meglio affidarsi alla taratura ad orecchio che risulta assai più efficace.

Per eseguire una buona messa a punto ad orecchio, tanto per cominciare, è necessario avvalersi di più di qualche disco di indubbia qualità di registrazione, che conosciamo molto bene perché oggetto di ripetuti ed analitici ascolti e infine armarsi di molta pazienza.

Tutte le regolazioni che d’ora in poi eseguiremo, come già detto, saranno essenzialmente eseguite ad orecchio, non disdegnando l’intervento del microscopio digitale. Per l’occasione ci aiuteremo anche con un taccuino su cui annoteremo le varie impressioni d’ascolto.

Prima di qualsiasi taratura ascoltiamo ancora una volta dettagliatamente e ripetutamente la riproduzione musicale per fissarla nella nostra memoria e, per così dire, rinfrescarne le percezioni.

A tal proposito è il caso di dire che il nostro cervello per tramite delle nostre orecchie, una volta che riesce a stipare le percezioni acustiche riferite ad un particolare brano che conosciamo perfettamente in tutte le sue sfumature, sarà più facile che riesca a discriminare le ulteriori percezioni sia migliorative che peggiorative dovute alle modifiche del set-up che andremo ad operare con la modifica dell’assetto del braccio.

Quello che d’ora in poi varieremo, sarà unicamente l’angolo che l’asse del cantilever forma con il piano del disco o, indirettamente, l’angolo che l’asse dello stilo forma con il predetto piano.

Valutare correttamente l’angolo formato tra l’asse dello stilo e il piano del disco, SRA viste le microscopiche dimensioni risulta assai complesso. Quindi sarà il caso di riferirci al VTA che risulta più facilmente rilevabile quando solleviamo o abbassiamo un millimetro per volta lo snodo del braccio, intervallando tali operazioni con annotazioni scritte derivanti da approfonditi ascolti dei brani preferiti.

Man mano che aumentiamo l’angolo VTA  partendo dallo zero iniziale e sollevando di un millimetro l’altezza dello snodo del braccio, annotiamo per iscritto se riusciamo a percepire differenze apprezzabili sia positive che negative.

Anche se riteniamo di aver ottenuto il meglio in termini di qualità di ascolto, continuiamo ad aumentare l’altezza; ci sarà un momento in cui la qualità della riproduzione tenderà palesemente a decrescere ed anche in questo caso annoteremo le percezioni d’ascolto, dopo di che dobbiamo fermarci.

Riportiamo, millimetro per millimetro, il braccio nella posizione iniziale ed annotiamo per ogni variazione di un millimetro le nostre ulteriori percezioni.

Valutiamo infine se le percezioni annotate durante l’innalzamento siano sovrapponibili per qualità di riproduzione a quelle annotate durante l’abbassamento, ovviamente quando riferite alla medesima distanza dello snodo dal piano del disco.

Una volta che il braccio verrà riportato sullo zero iniziale, provvediamo invece ad abbassare lo snodo e, anche in questo caso, annotiamo di volta in volta le percezioni d’ascolto per ogni millimetro di spostamento, ne più ne meno come operato precedentemente. Questa sventagliata di posizioni dello snodo incrementate ciascuna di un millimetro, sia a salire che a scendere, comparate con gli appunti di quanto percepito, ci permetterà di individuare l’esatto angolo VTA.

Non agiamo con fretta, se abbiamo bisogno di più giorni per completare l’operazione prendiamocela comoda, il risultato finale ci ripagherà ampiamente degli sforzi profusi e del tempo dedicato.

Cap. 9)  Il VTA E LA LUNGHEZZA EFFETTIVA DEL BRACCIO

E’ il caso di puntualizzare che un millimetro di spostamento indistintamente verso l’alto o il basso o il diverso spessore del disco, incrementa o diminuisce il VTA in maniera inversamente proporzionale rispetto alla lunghezza effettiva del braccio. 

Pertanto, a parità di innalzamento o abbassamento dello snodo, i bracci imperniati avranno un incremento o decremento del VTA minore rispetto ai bracci tangenziali che si attestano attorno ad una lunghezza effettiva di 7,5”, fino al caso limite di un famoso braccio imperniato a doppio snodo avente una lunghezza di soli 3,5”.

Difatti su un braccio di lunghezza effettiva pari a 300 mm (12”), un incremento o decremento dell’altezza di un millimetro corrisponde ad un incremento o decremento del VTA pari a 0,191 gradi. Ovviamente per un incremento o decremento di 2 mm il VTA risulterà direttamente proporzionale e sarà pari a 0,382 gradi.

Su un braccio di lunghezza effettiva pari a 250 mm (10”), un incremento o decremento della stessa altezza corrisponde ad un incremento o decremento del VTA pari a 0,229 gradi.

Invece su un braccio di lunghezza effettiva pari a 175 mm (7”), un incremento o decremento dell’altezza di pari entità corrisponde ad un incremento o decremento del VTA pari a 0,327 gradi.

Infine su un braccio di lunghezza effettiva pari a 72 mm (3,5”), un incremento o decremento dell’altezza di un millimetro corrisponde ad un incremento o decremento del VTA pari a 0,674 gradi.

Cap. 10)  Il VTA E LO SPESSORE DEI DISCHI

Nel caso della variazione del VTA riveniente dal diverso spessore dei dischi sarà sufficiente dotarsi di una serie di tappetini in pelle di vari spessori ed usare il più adatto al caso di specie per compensare l’errore.

Riguardo i vinili da 180 gr. rispetto ai fratelli da 120 gr. (considerati di minor pregio!), va detto che il loro spessore si differenzia di soli 0,4 mm, spessore questo che non desta preoccupazioni giacché le prove di incremento del VTAverranno effettuate ogni mm.

Non lasciamoci poi suggestionare dalle dimensioni in ballo così palesemente microscopiche, pensando che il beneficio che possiamo ottenere da un incremento o decremento del VTA di soli 0,30 – 0,40 o 0,60 gradi risulti trascurabile. Va notato che anche la dimensione del segmento a contatto con le pareti del solco, che ricordiamo sollecita lo stilo e di conseguenza il cantilever e le bobine nel caso di fonorivelatori MC, rappresenta anch’essa una quantità microscopica.

Con ciò voglio affermare che stiamo discorrendo di entità aventi dimensioni, spostamenti e rotazioni infinitesimali che però fanno la differenza.

Cap. 11)  ESPERIENZE PERSONALI

Non a caso oggi siamo in grado di asserire con certezza che ascoltando lo stesso fonorivelatore nel primo caso dotato di uno stilo sferico e nel secondo dotato di uno stilo iperellittico, pur differendo i diamanti per dimensioni e forma, anch’esse ritenute infinitesimali, constatiamo di fatto che i fonorivelatori suonano in maniera palesemente differente nonostante le microscopiche differenze in ballo.

L’esperienza è stata condotta personalmente con un fonorivelatore Denon DL103 dotato di stilo sferico ed un suo simile modificato con il montaggio di un cantilever con stilo Gyger.

Qualcuno potrà obiettare che così facendo si snatura l’originalità del fonorivelatore. Nel contempo, però, va dichiarato, in particolar modo riguardo il DL103, essendo la sua categoria entry level proprio per il fatto che lo stilo ed il cantilever siano di categoria base, mentre il motore, al contrario è un best buy, di fatto considerato da sempre come oggetto di particolare longevità. In questo caso la sostituzione dello stilo e del cantilever sarebbe un’operazione da non sconsigliare. Anche la stessa Denon, cavalcando l’onda, si è posta nella condizione di immettere sul mercato numerosi modelli di questo fonorivelatore che differiscono in gran parte perché corredati di diverse tipologie di cantilever e stilo.

Riprendendo il discorso, alla fine ci sarà un  VTA, a voi cercarlo e soprattutto trovarlo, con il quale la musica, ve lo assicuro, fluirà libera senza asprezze, con una granitica e veritiera ricostruzione scenica in ampiezza, altezza, nel rispetto dei piani sonori e della intelligibilità. La voce in particolare perderà di asprezza ed apparirà levigata e morbida a meno di inevitabili asprezze vocali proprie dell’interprete del messaggio originale, il fruscio poi risulterà sensibilmente ridotto.

Paragonerei il beneficio prodotto da un VTA ben regolato, (non trovo paragone più pertinente), alla percezione visiva che abbiamo guardando attraverso gli oculari di uno stereoscopio via via che mettiamo a fuoco l’immagine.

I contorni diventano più nitidi e la riconoscibilità delle forme e dei particolari risulta via via sempre migliore aumentando di fatto l’apprezzamento della profondità della scena e dei rispettivi piani visuali.

Grazie per l’attenzione e la pazienza.

Dedicato a tutti coloro che ancora oggi, epoca della riproduzione digitale e della  musica liquida, si appassionano ancora a tali pratiche.

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