Cap. 1) VTA ovvero VERTICAL TRACKING ANGLE

Prima dell’avvento dell’HD Vinyl che tutti attendiamo con trepidazione, previsto nei prossimi tre anni, con queste righe il mio intento è quello di fornire una linea guida e soprattutto far comprendere agli appassionati della riproduzione musicale analogica, più distratti o meno riflessivi, il valore che riveste la corretta regolazione del VTA e dell’SRA.

Pertanto, vantando questa trattazione dati puramente geometrici, mi guarderò bene di esaltare particolari prodotti o marchi tant’è che in queste righe non mi riferirò mai esplicitamente ad alcuno di essi se non nei seguenti casi circostanziati.

Per parlare del VTA bisogna conoscere brevemente in che maniera avviene la registrazione di una lacca. Essa viene incisa tramite un tornio, quasi sempre il“Neumann VMS80” definito molto sofisticato oppure il datato “Fairchild 523” unici modelli che mi vengono in mente. 

Lo stilo incisore o bulino è una specie di scalpello -di zaffiro o rubino- a forma di V con le ali poste a 90° tra loro che ricalcano la sezione tipica del solco inciso.

Esso risulta posizionato obliquamente con un’angolazione rispetto alla lacca di circa 45°. L’incisione avviene attraverso le vibrazioni indotte da un elettroeccitatore al quale il bulino è solidale, risultando il proprio asse perpendicolare al raggio della lacca quindi tangente al solco inciso, mentre la punta del bulino incisore è tagliata a 45°rispetto il proprio asse vedi (fig. 1). Il bulino stesso risulta di dimensioni assai ridotte avendo una lunghezza di circa 4 mm ed un diametro di meno di 1 mm.

Fig. 1)

Dopo queste poche notizie sulle modalità di incisione della lacca non mi dilungo più del necessario su tale processo, (ne parlerò in separata sede) in quanto per migliorare la qualità di quanto inciso, com’è noto, non possiamo alcunché se non tentare di estrarre quanto presente all’interno del solco nella migliore delle condizioni e con la maggior fedeltà possibile.

Riguardo, invece, il fonorivelatore ed il suo corretto montaggio, cosa più alla nostra portata, premetto che tutta la successiva esposizione impone che il PIANO B sul quale giacciono sia l’asse del cantilever che l’asse dello stilo, questi ultimi responsabili della buona lettura del solco, debba essere rigorosamente perpendicolare al piano del disco, non prima di aver ridotto l’ERRORE RADIALE e di conseguenza la DISTORSIONE RADIALE sui quali riferirò in seguito.

Ci tengo a precisare che parliamo di quantità infinitesimali sia riguardo i raggi di curvatura dello stilo rivelatore che riguardo le dimensioni del solco, riferite sia alla profondità che alla larghezza. Queste circostanze impongono rigorosamente l’estrema precisione in riferimento alla taratura geometrica del sistema braccio-stilo.

Per chiarire tale aspetto, proviamo ad individuare con esattezza a che distanza si trovano le creste di un solco posto a 60 mm dal centro del disco in cui è inciso un segnale pari a 14.000Hz. Due calcoli in croce sono necessari per verificare che le stesse sono poste ad una distanza pari a 0,015 mm, ovvero 15 micron e sono orientate con una determinata inclinazione rispetto al piano del disco.

Cap. 2) VTA E SRA MA E’ POI SEMPRE TUTTO VERO?

Entro ora nel merito di quale sia la differenza tra VTA (Vertical Tracking Angle) o angolo di tracciamento verticale ed SRA (Stylus Rake Angle) o angolo di inclinazione dello stilo; 

in valore assoluto praticamente nessuna.

Dopo questa folgorante asserzione, posso affermare che il VTA e l’SRA rappresentano nell’ordine due modi distinti di identificare rispettivamente, l’angolo giacente sul PIANO B (piano che contiene il cantilever e l’asse dello stilo) che lo stesso cantilever sottende con la superficie del disco e l’angolo (giacente sul medesimo piano) che l’asse dello stilo sottende con la medesima superficie.

A mio avviso basterebbe considerare solo ilVTA, quale valore angolare del cantilever con il piano del disco, per semplificare il problema, anche in considerazione del fatto che è vero che lo stilo è l’unico elemento rivelatore a contatto con il solco ma essendo le sue dimensioni così piccole rispetto al cantilever, è sempre preferibile riferirsi alle variazioni dell’angolo VTA ovvero del cantilever enormemente più tangibili e di conseguenza maggiormente apprezzabili rispetto al piano del disco.

In altri termini, se immaginiamo che il VTA venga aumentato o diminuito di 0,5 gradi, perché è questo l’effetto che sortisce sul cantilever la manovra consistente nell’alzare o abbassare lo snodo del braccio, anche l’angolo che l’asse dello stilo forma con il piano del disco SRA viene anch’esso aumentato o diminuito di 0,5 gradi, anche se probabilmente l’angolo che lo stilo forma con il piano del disco e l’angolo che il cantilever forma con il medesimo piano possono essere di ampiezze differenti. 

In valore assoluto si tratta della medesima ampiezza angolare, giacché lo stilo è saldamente incastonato all’estremità del cantilever e l’angolo compreso tra l’asse del cantilever e l’asse dello stilo risulta per ovvi motivi fisso ed invariabile. 

Insomma un modo come un altro per generare confusione identificando la medesima entità con acronimi diversi.

Solo nel caso di taglio Gyger o Replicant 100, (lo vederemo più tardi), l’angolo che l’asse del cantilever forma con il piano del disco e l’angolo che l’asse dello stilo forma con il medesimo piano risultano uguali, ciò per il semplice fatto che l’asse dello stilo è rigorosamente incastonato a 90 gradi rispetto l’asse del cantilever. In ambedue gli stili, a fare la differenza, sono le creste a contatto con il solco che risultano già angolate rispetto al suo asse di un angolo pari a quello formato dal cantilever con il piano del disco.

In molti, a giusta ragione, si sono spesi nel descrivere le mirabolanti differenze sonore percepite durante l’ascolto in conseguenza della corretta regolazione dell’Angolo di Tracciamento Verticale, ma vi posso assicurare che tali differenze non sono sempre percepibili perché in alcuni casi inesistenti; nei successivi capitoli vedremo di fare chiarezza a discapito di coloro che sostengono che la regolazione del VTA porti sempre ed in ogni caso innegabili benefici e soprattutto a discapito di coloro che sostengono che, sempre e in ogni caso, la regolazione del VTA sia tra quelle che invece non comporta alcun beneficio.

leggi altro articolo di Adriano De Giovanni